In genere tutti i giochi di carte hanno una storia secolare, che risale a molti anni indietro nel tempo. I numerosi miti e leggende del Blackjack confermano quanto anche questo gioco abbia origini molto lontane.
Le radici del Blackjack non sono così chiare: si sa che il suo antenato più vicino è il “Vingt-et-un”, praticato in Francia nel XVIII secolo e in seguito esportato fino negli Stati Uniti, dove assunse il nome di Blackjack. Ma la genesi prima di questo gioco è antecedente e offuscata.
Gli inizi possono essere ricondotti in generale a diversi giochi con il medesimo scopo, quello di collezionare carte per arrivare a un conteggio totale.
Così pare che nell'Italia del primo '500 si giocasse a “7 giri e mezzo”, usando solo gli 8, i 9, i 10 e le figure, conteggiate per metà del loro valore: il fine era quello di arrivare il più vicino possibile a 7 e mezzo, ma senza superarlo.
Anche gli spagnoli si dilettavano nella seconda metà del '500 (pare sian stati ritrovati documenti del 1570 che lo testimoniano) con un gioco analogo, chiamato “uno e trenta”, che loro affermano sia l'antenato del Blackjack.
Ma è davvero possibile contare le carte per vincere in questo gioco dalla nascita misteriosa o è un altro dei miti e leggende del Blackjack?
È vero che per chi lo pratica l'abilità e la tecnica sono importanti quanto la buona sorte ed è su questa base che sono state elaborate nel tempo strategie e sistemi di conteggio, più o meno complicati, per far centro.
Il Blackjack ha sempre affascinato i matematici e gli studiosi di statistica, che si sono cimentati nel formulare teorie scientifiche al riguardo.
Negli anni Cinquanta il matematico Roger Baldwin pubblicò un articolo in cui illustrava sistemi statistici e probabilistici per ridurre la puntata della casa e vincere.
In seguito queste furono le basi da cui partì Edward Oakley Thorp (l'Einstein del blackjack), che formulò “La strategia di base del Blackjack”, studio affinato da Edward O. Thorp, che scrisse il libro “Beat the dealer” (Batti il banco), testo molto famoso in cui per la prima volta si parlava della tattica di conteggio delle carte.
Tuttavia questo volume, che vendette moltissimo - tanto da entrare nella lista del New York Times dei libri più venduti - non era comprensibile per il giocatore medio.
Nonostante ciò spaventò i casinò, che decisero di introdurre nuove regole, tra cui la possibilità di giocare al Blackjack con più mazzi di carte; poco dopo però, data la grande rivolta dei giocatori a questi cambiamenti, le case da gioco ritornarono ai vecchi regolamenti, comprendendo che di fatto il libro non li minacciava seriamente.
Alla seconda edizione di “Beat the dealer” contribuì un impiegato dell'IBM, Julian Brown, che sviluppò nuove strategie. Ken Uston invece viene ricordato perché creò dei piccoli congegni (simili a computerini) per il conteggio delle carte, da mettere nelle scarpe: vinse migliaia di dollari, ma poi l'FBI gli sequestrò i marchingegni; dopo attento studio, i federali dovettero ammettere che semplicemente applicavano le strategie di base del Blackjack e quindi non erano illegali.
Il primo a creare un software in grado di analizzare il Blackjack, chiamato “Blackjack Analyser”, fu negli anni Settanta Stanford Wang, famoso anche per come decideva di iniziare il gioco, memorizzando le carte che uscivano prima di sedersi, cosicché se quelle non uscite risultavano favorevoli cominciava a giocare.
Ma forse tra i miti e leggende del Blackjack il caso più famoso è quello di un professore e alcuni studenti del MIT (Massachusetts Institute of Technology) che nel corso egli anni '90, fino al 1997, riuscirono grazie alla strategia di base e al conteggio delle carte, senza calcolatori, solo sulla base di formule matematiche, a sbancare Las Vegas!
La loro storia, raccontata in un libro, è stata anche portat al cinema con “21”, film con Kevin Spacey.
In conclusione non si può comunque trovare un metodo sicuro e duraturo per la vittoria e il conteggio delle carte non è che un altro dei miti e leggende del Blackjack: nei casinò reali oggi ci sono mescolatori automatici oppure telecamere e sorveglianti sempre presenti, mentre nei casinò on line le carte son mescolate continuamente.